Cosa sono e come funzionano i fondi interprofessionali

In Italia, i Fondi Interprofessionali sono il più importante strumento di finanziamento della formazione aziendale. Essi attraverso l’azzeramento o la riduzione delle spese incentivano l’accesso alla formazione, favoriscono la qualificazione delle competenze dei lavoratori e sostengono la crescita e la competitività delle aziende del nostro Paese.

Fondi Interprofessionali: cosa sono

Si tratta di associazioni promosse dalle più importanti organizzazioni datoriali e sindacali (Confindustria, CISL, UIL e CGIL) per finanziare le attività di formazione in linea con le necessità dei lavoratori e delle imprese. In concreto, i Fondi Paritetici Interprofessionali sono organismi di carattere associativo finalizzati a promuovere la formazione e autorizzati alla raccolta dello 0,30% versato all’INPS per ridistribuirlo tra i propri iscritti.

I Fondi Interprofessionali sono regolamentati dalle seguenti norme:

legge 845/1978, una legge con cui è stato istituito il mutuo soccorso per sussidio di disoccupazione e attraverso la quale è stata stabilita la destinazione dello 0,30% della retribuzione dei lavoratori a favore della formazione;

legge 388/2000, con la quale è stato previsto il diritto di ciascuna impresa di decidere sulla destinazione dello 0,30% della contribuzione versata;

circolare 36/2003 del Ministero del Lavoro rivolta a regolare il funzionamento dei Fondi Interprofessionali;

circolare ANPAL 10/2018, che ha diffuso le Linee Guida in merito alla gestione delle risorse economiche assegnate ai Fondi.

Tra i Fondi Paritetici Interprofessionali maggiormente scelti dalle imprese italiane per finanziarie le proprie attività formative sono da segnalare Fondimpresa, Forte, Fonarcom, Fondir e FBA- Fondo Banche Assicurazioni.

Fondi Interprofessionali: come funzionano

L’adesione è libera e gratuita, le imprese possono infatti aderire liberamente senza spese aggiuntive a uno dei Fondi Interprofessionali attivi in Italia. Inoltre ogni azienda può, in qualunque momento, cambiare fondo o rinunciare all’adesione, con la possibilità anche di trasferire le somme accantonate e non utilizzate nel fondo di provenienza. L’adesione al Fondo dunque non solo non comporta nessun costo ma non è neanche un’azione vincolante, dato che si può sempre rinunciarvi o cambiare fondo.

Una volta formalizzata l’adesione c’è la possibilità di presentare al Fondo Interprofessionale scelto, previo accordo con le parti sociali costituenti, piani formativi per la qualificazione delle competenze dei dipendenti in linea con le strategie dell’azienda. Sono finanziabili dai Fondi Interprofessionali i piani formativi aziendali, quelli territoriali, i piani formativi settoriali e individuali. I finanziamenti operano principalmente per via di due modalità: il Conto Formazione e l’Avviso. Risorse finanziarie impiegabili dalle imprese e dagli operatori delle attività formative per presentare dei validi piani di formazione.

Con il Conto Formazione ciascuna impresa accantona una somma (in genere fino all’80%) dei propri versamenti 0,30% da usare per presentare, anche autonomamente, piani formativi interaziendali o aziendali. Questa è una modalità più indicata per le grandi imprese, in quanto la sua quantificazione è vincolata direttamente al numero dei lavoratori per i quali è versata la quota di accantonamento. Siccome le risorse finanziarie dei Conti Formazione sono ritenute a tutti gli effetti “risorse proprie delle imprese“, i processi di funzionamento sono solitamente semplificati.

L’altra modalità principale, quella dell’Avviso, opera invece in base a una logica mutualistica, consentendo anche alle micro e piccole imprese di fare accesso alle attività di formazione difficilmente finanziabili con il Conto Formazione per l’esiguità delle proprie risorse economiche accantonate. Con lo strumento dell’Avviso, per le imprese minori è dunque in genere più conveniente accedere alle risorse finanziarie disponibili per sostenere la propria formazione. In tale ipotesi, ogni azienda presenterà un progetto sottoposto alla valutazione del Fondo in base a un sistema trasparente e riportato nello stesso Avviso, in concorrenza con le altre imprese partecipanti alla valutazione. In linea generale, con questa modalità le imprese accedono a quote superiori a quelle da loro versate effettivamente. L’Avviso opera secondo processi di evidenza pubblica ed è rivolto a finanziare i piani formativi migliori tra quelli presentati dalle imprese e dagli operatori della formazione. La valutazione dei piani delle attività formative presentati è basata sia su elementi di merito che su quelli formali.

In ogni caso per l’accesso ai finanziamenti, indipendentemente dagli strumenti disponibili, le imprese devono presentare il proprio Piano di Formazione da condividere con le parti sociali e che deve essere autorizzato dal Fondo al quale si aderisce. I Fondi Interprofessionali vanno gestiti nel totale rispetto dei principi di trasparenza e sono vigilati e monitorati anche dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali tramite l’agenzia ANPAL che, con la circolare n. 10 del 2018, ha diffuso le Linee Guida sulla gestione delle risorse economiche assegnate ai Fondi.

Fondi Interprofessionali: benefit

L’adesione al fondo comporta diversi benefit:

  • aumenta la competitività dell’azienda, vista l’opportunità di formare con continuità le risorse umane;

  • riduce le spese aziendali sostenute per le attività formative, con un risparmio considerevole sulle risorse annuali;

  • soddisfa le necessità formative dei lavoratori dipendenti valorizzandone le professionalità e motivandoli verso una maggiore produttività;

  • sostiene le capacità aziendali per individuare sbocchi nuovi nel mercato;

  • favorisce la crescita del business, effetto diretto del potenziamento del know hovv e delle competenze acquisite con le attività formative.

Una serie di vantaggi reali e indiscutibili per un’adesione da parte delle aziende libera e gratuita. Per concludere, aderire a uno dei Fondi Interprofessionali attivi in Italia significa per un’impresa la garanzia del ritorno nelle casse aziendali dello 0,30% convertito in formazione, utile per qualificare e riqualificare le professionalità dei lavoratori dipendenti.